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Il trattamento della Miopia

Diversi sono gli strumenti che possiamo utilizzare per il trattamento della miopia.

La miopia è un difetto refrattivo caratterizzato, in condizioni di riposo accomodativo, dalla convergenza dei raggi luminosi su un fuoco localizzato anteriormente alla retina.

Il termine miopia deriva dal greco “myopos” che significa “chiudere gli occhi”, per l’abitudine di guardare socchiudendo gli occhi.

Si classifica in:

  • Miopia lieve, quando è ≤ -3.00 D, non sono presenti alterazioni patologiche.
  • Miopia moderata, tra -3.00 e -6.00 D, è presente un aumentato rischio di glaucoma pigmentario, degenerazione retiniche periferiche, cataratta, alterazione del vitreo e distacco di retina.
  • Miopia elevata, quando è ≥ -6.00 D. Oltre ad un rischio più elevato di sciluppare le alterazioni patologiche che già si possono avere nella miopia moderata, si hanno alterazioni prevalentemente a carico del polo posteriore.

Eziologia

E’ multifattoriale, comprendente fattori genetiche e ambientali. Sono possibili varie modalità di ereditarietà. I fattori ambientali che possono facilitare lo sviluppo della miopia sono il lavoro da vicino e in ambienti chiusi, quindi il tempo passato all’aria aperta rappresenta un fattore protettivo nei confronti della mia, sia perché lo sguardo è rivolto principalmente lontano, sia per l’esposizione al sole, che protegge dalla miopia per un aumentata produzione di Vitamina D.

Meccanismo patogenetico

Le alterazioni che determinano la miopia sono:

  • aumentata lunghezza assiale del bulbo (miopia assiale: e la causa più frequente): la lunghezza media del bulbo dell’adulto e di 23-24 mm. Ogni millimetro di eccesso di lunghezza corrispondono circa a 3 diottrie di miopia;
  • aumentata Curvatura corneale;
  • aumentata Curvatura delle superfici del cristallino;
  • aumentato indice di rifrazione del cristallino (miopia d’indice), avviene anche per fenomeni dovuti ad invecchiamento del cristallino

 Miopia: diagnosi e misurazione 

La misurazione della miopia viene eseguita anteponendo all’occhio lenti negative di potere sempre maggiore fino a raggiungere la visione migliore. Importante è, soprattutto nelle miopie all’esordio, non far intervenire, durante la misurazione, i fenomeni accomodativi, che possono simulare una condizione di miopia o far misurare una gradazione maggiore di quella che dovrebbe essere corretta.  Poiché le tecniche di rilassamento dell’accomodazione non sempre riescono ad avere l’effetto desiderato, nei soggetti con marcati fenomeni accomodativi si consiglia l’instillazione di una goccia di cicloplegico per evitare errori di misurazione.

Nel caso di miopie con difetto rifrattivo superiore alle 10-12 D, può succedere che, con la giusta correzione, non si riesca a raggiungere i 10/10 per l’effetto di rimpicciolimento delle immagini dato da lenti negative con potere alto.

Trattamento della miopia 

La terapia della miopia, per eccellenza, è ottica ed ha lo scopo di riportare sul piano retinico le immagini. La miopia si corregge con lenti sferiche concave (negative). In un occhio ametrope non corretto l’immagine che si forma sulla retina ha una dimensione diversa da quella dell’occhio emmetrope. Nelle miopie si formano immagini più grandi, e nelle ipermetropie più piccole di quelle che si formano nell’occhio emmetrope. La correzione ottica con lenti delle ametropie modifica le dimensioni delle immagini retiniche che possono risultare ingrandite o rimpicciolite. Le lenti negative usate per correggere la miopia causano un rimpicciolimento dell’immagine che è direttamente proporzionale al potere della lente e alla distanza della lente dall’apice corneale. Per le lenti a contatto la percentuale di rimpicciolimento è vicina a 0, per le lenti a fronte invece, se posizionate a 10 cm, la percentuale di riduzione dell’immagine è uguale al potere diottrico della lente (esempio una lente di -10 diottrie a 10 cm dall’apice corneale crea un rimpicciolimento dell’immagine pari al 10%).

Le lenti determinano anche distorsioni, dovute ai limiti tecnici di fabbricazione, guardando attraverso la periferica delle lenti. Con le lenti negative, guardando attraverso le parti periferiche della lente, abbiamo un rimpicciolimento maggiore (distorsione definita a “barilotto”).

Con le lenti positive, guardando attraverso le parti periferiche della lente, abbiamo un ingrandimento maggiore (distorsione definita a “cuscino”).

distorsione delle lenti sferiche
Distorsione delle lenti sferiche

 

 

Le distorsione delle immagine provocate dalla lente rendono difficile correggere le differenze di gradazione tra i due occhi (anisometropia) superiori a 3 diottrie. Questo perché, in caso di anisometropia, si formano sulla retina dei due occhi delle immagini di grandezza differenza (anisoconia), se tale differenza supera il 5%, il cervello ha difficoltà nel fondere le immagini provienienti dai due occhi. Per correggere anisometropia superiori a 3 diottrie si ricorre all’uso di lenti a contatto o alla chirurgia refrattiva.

Una lente è posizionata correttamente quando il suo asse coincide con quello del diottro oculare (asse visivo), altrimenti il suo potere e le sue caratteristiche refrattive risultanti risultano diverse. In caso di decentramento si verificano due fenomeni:

  • la variazione del potere effettivo, con le lenti negative si ha un aumento;
  • effetto prismatico.

Quando una lente posta davanti ad un occhio viene inclinata, per questo motivo molti miopi ipo-corretti inclinano i loro occhiali per veder meglio.

Gli studi clinici non hanno dimostrato un rallentamento della progressione della miopia con l’utilizzo di lenti ipocorrette (1989 Parssinen et coll. hanno notato un minor peggioramento della miopia nel gruppo di scolari che portava la correzione a permanenza; nel 2002 Chung evidenziò che l’ipocorrezione non otteneva nessun beneficio sul progredire della miopia), di lenti bifocali, di lenti multifocali o di lenti a contatto.

Un altro tipo di trattamento ottico può essere effettuato con le lenti a contatto gas-permeabili o morbide. Le lenti a contatto hanno dei vantaggi rispetto agli occhiali, il primo vantaggio è estetico, pratico e psico-relazionale ( aumenta la sicurezza di sé e nelle relazioni). L’altro vantaggio è ottico, poiché la lente a contatto riduce quasi a zero i fenomeni di distorsione delle lenti da occhiale perché riduce quasi a zero (0.2 mm) la distanza occhio-lente. Inoltre amplia il campo visivo e il campo si sguardo poiché la lente a contatto segue i movimenti dell’occhio.

Oggi le lenti morbide sono il tipo di lente a contatto maggiormente utilizzato.

Poiché con la lente a contatto la distanza lente-occhio è di 0.2 mm invece con gli occhiali è di 13 mm, per valori di miopia misurata con gli occhiali, maggiori di 4 diottrie, bisogna ridurre di circa 0.5 D il potere delle lenti a contatto.

tabella conversione LAF-LAC
Conversione occhiali – L.A.C.

Un altro possibile trattamento della miopia è l’ortocheratologia. L’ortocheratologia consiste nell’applicazione di lenti a contatto rigide gas-permeabili per rimodellare la cornea allo scopo di ridurre o eliminare temporaneamente gli errori di refrazione. Questo tipo di lenti sono costruite con materiali estremamente permeabili all’ossigeno e vengono utilizzate durante la notte, mentre si dorme, in questo modo producono una modifica temporanea della curvatura della cornea e di conseguenza del difetto di vista. Le modifiche corneali avvengono a livello epiteliale e non sono quindi definitive, con la rimozione delle lenti a contatto o con la sospensione dell’applicazioni notturne la cornea tornerà alla sua forma originaria ripresentandosi cosi il difetto refrattivo originario.

Si possono correggere con questa metodica difetti miopici fino a 6 diottrie e l’effetto correttivo  varia dalle 16 alle 48 ore a secondo del grado di miopia.

Non esistono complicanze specifiche legate al trattamento ortocheratologico ma solo quelle inerenti all’uso di tutte le lenti a contatto ad uso prolungato.

Fra le complicanze possiamo avere cheratiti infettive (batteriche in prevalenza) ed ipossico-ischemiche, edemi corneali transitori, alterazioni dell’epitelio corneale, depositi anulari in corrispondenza della zona di transizione.

Inoltre per eliminare definitivamente il difetto refrattivo miopico si può ricorrere alla chirurgia refrattiva laser o alla chirurgia refrattiva con impianto di cristallino artificiale.

Il trattamento farmacologico che si è dimostrato più efficace nel rallentare la miopia è l’instillazione topica di atropina a basse concentrazioni. Il lavoro da vicino inibisce il rilascio di dopamina (neurotrasmettitore) che ha un effetto inibitorio sull’allungamento dell’occhio. L’uso di atropina in collirio a basse concentrazioni, provocando un aumento del rilascio di dopamina, riduce la progressione della miopia negli adolescenti in età scolare.

Una meta-analisi condotta da Huang et al, nel 2016, ha comparato l’efficacia di 16 interventi per il controllo della miopia nei bambini ed ha concluso che i trattamenti più efficaci erano l’atropina e la pirenzepina. Lo studio “Low-Concentration Atropine for Myopia Progression (LAMP)” ha confrontato l’utilizzo di atropina a concentrazioni di 0.05%, 0.025% e 0.01% e ha evidenziato che queste concentrazioni sono ben tollerate e senza effetti negativi sulla qualità della vita correlata alla vista. Tuttavia, l’atropina allo 0,05% si è rivelata più efficace nel controllare la progressione della miopia e l’allungamento della lunghezza assiale.

Miopia e alterazioni del cristallino

La miopia, moderata e elevata, facilita lo sviluppo della cataratta in maniera proporzionale all’entità del difetto miopico.

L’intervento per cataratta in un occhio miope presenta un rischio maggiore di distacco posteriore di vitreo e di distacco di retina proporzionato all’entità del difetto miopico. Fattori di rischio per il distacco di retina sono la giovane età, il sesso maschile, la miopia elevata, la presenza di degenerazione a lattice, le complicanze intraoperatorie, una storia di distacco di retina nell’occhio controlaterale. L’intervento di cataratta induce alterazioni del vitreo che possono portare a trazioni vitreoretiniche con possibile formazione di rotture retiniche e successivo distacco di retina.

Anche la chirurgia refrattiva LASIK, SMILE e con impianto di lente intraoculare possono portare all’insorgenza del distacco posteriore di vitreo.

Miopia e alterazioni del nervo ottico

La miopia aumenta il rischio di sviluppare il glaucoma in maniera proporzionale al difetto miopico sia a causa di una maggiore vulnerabilità del nervo ottico nei confronti dello stress meccanico indotto dalla pressione intraoculare, sia a causa di una minore efficienza del trabecolato.

Nel miope elevato inoltre l’analisi della papilla ottica e del campo visivo computerizzato è più difficoltosa per la presenza di alterazioni secondarie anche alla miopia. Anche la valutazione dell’obiettivo pressorio è difficile a causa della maggiore vulnerabiltà del nervo ottico, quindi il trattamento deve essere più aggressivo con un obiettico pressorio da raggiungere più basso rispetto ad un occhio non miope. Inoltre gli occhi miopi , dopo chirurgia filtrante per il glaucoma, hanno un rischio maggiore di sviluppare una maculopatia da ipotono.

Le alterazioni vitreali

Nell’occhio miope le alterazione vitreali si verificano più precocemente rispetto ad un occhio emmetrope. Le prime alterazioni che compaiono interessano il vitreo e portano alla formazione di miodesopsie, successivamente si ha liquefazione del vitreo, distacco posteriore di vitreo completo o incompleto, vitreoschisi.

Il distacco posteriore di vitreo può portare alla formazione di trazioni vitreo-maculari, foro maculare, pucker maculare, rotture retiniche e conseguente distacco di retina.

Non esiste nessuna terapia medica in grado di ripristinare la trasparenza vitreale.

Numerosi autori hanno descritto l’utilizzo della vitreolisi mediante Nd:YAG laser per il trattamento delle miodesopsie. Tale metodica non è priva di complicanze, quelle più frequenti sono opacità focali del cristallino lacerazioni retiniche ed emorragie corioretiniche. Sono comunque necessari ulteriori studi che forniscano maggiori informazioi circa l’efficacia e le eventuali complicanze a lungo termine.

La vitrectomia, rispetto alla vitreolisi  Ndd:YAG laser, garantisce risultati migliori in termini di miglioramento della sintomatologia. La selezione del paziente è molto importante e deve essere effettuata in base a criteri psicologici del paziente e alla presenza di fattori di rischio per il distacco di retina regmatogeno. Il candidato dovrebbe presentare corpi mobili vitreali fortemente sintomatici e lamentare gravi difficoltà nello svolgimento delle principali attività quotidiane, dovrebbe essere a conoscenza dei rischi, del fatto che la percezione dei floaters tende a ridursi con passare degli anni, essere fortemente motivato. La percentale di complicanze post-operatorie non è trascurabile, le principali complicanze della vitrectomia sono il distacco di retina regmatogeno (10%), edema maculare cistoide (5%), membrana epiretinica maculare (3%), foro maculare (1%), ipertono oculare (1%), scotoma post-chirurgico (1%), emovitreo transitorio (3%), endoftalmite. La complicanza a lungo termine più frequente è la cataratta.

Le alterazioni della retina

RETINOSCHISI MACULARE MIOPICA o FOVEOSCHISI MIOPICA

A causa del progressivo allungamento bulbare (sfiancamento della parete posteriore della sclera) si può verificare l’insorgenza di retinoschisi maculare miopica o foveoschisi miopica per:

  • incompleto distacco posteriore del vitreo e adesione tra il rimanente vitreo e la retina con conseguenti formazioni di trazioni centripete e tangenziali sulla retina;
  • difficoltà della retina a seguire l’allungamento della sclera, le strutture della retina meno elastiche sono la membrana limitante interna e i casi sanguigni.
  • formazione dello stafiloma posteriore sclerale con trazione centrifuga sulla retina.

L’esame per valutare in maniera dettagliata la retinoschisi maculare miopica è l’OCT in cui si evidenzia la retina maculare separata in uno strato retinico intrno più spesso e uno strato retinico esterno più sottile. I due strati retinici sono collegati da ponti cellulari composti da colonne di cellule del Muller (cellule che hanno funzione strutturale, mantengono insieme i diversi strati retinici). La separazione dei due strati retinici avviene principalmente a livello della giunzione tra i fotorecettori e le fibre di Henle.

foveoschisi
Retinoschisi maculare miopica

La retinoschisi maculare miopica ha un’evoluzione lenta.

La terapia è chirurgia, le opzioni chirurgiche comprendono:

  • Vitrectomia con peeling della membrana limitante interna, consente di aumentare l’elasticità della retina, in modo che può conformarsi meglio all’allungamento del bulbo.
  • Piombaggio maculare, ha la funzione di ridurre la lunghezza del bulbo in modo da facilitare l’accollamento degli strati retinici.
  • Chirurgia combinata (vitrectomia e piombaggio maculare), in caso di bulbo molto allungato e di trazioni importanti della membrana limitante interna sulla retina.

DEGENERAZIONI RETINICHE PERIFERICHE

Gli occhi miopi sono particolarmente predisposti alle degenerazioni retiniche periferiche, conseguenti al progressivo allungamento dell’occhio che causa un assottigliamento della retina periferica. Allo scopo di ridurre il rischio di evoluzione in distacco di retina, la letteratura presenza dati molto contrastanti, per cui è importante valutare per ogni caso clinico l’indicazione al trattamento con laser.

DISTACCO RETINICO

Il distacco di retina è caratterizzato dalla separazione della retina sensoriale dall’epitelio pigmentato retinico per la presenza di liquido sottoretinico. Il distacco di retina regmatogeno si forma a causa di una trazione vitreale che crea una rottura della retina attraverso la quale vi è il passaggio di liquido vitreale che si accumula tra epitelio pigmentato retinico e retina sensoriale.

La miopia è il più importante fattore di rischio per il distacco di retina regmatogeno. I fattori che possono favorire ulteriomente il distacco di retina nell’occhio miopie sono il distacco posteriore di vitreo, le degenerazioni retiniche periferiche (soprattutto la degenerazione a lattice), la chirurgia della cataratta, i traumi, fattori genetici, l’ischemia della coroide, la presenza di storia di distacco di retina nell’altro occhio (la probabilità in questo caso di avere un distacco di retina è del 20% circa). In quest’ultimo caso è particolarmente importante trattare con il laser le degenerazioni retiniche periferiche presenti per ridurre il rischio di distacco di retina. Il distacco di retina può essere secondario anche a foro maculare, in questo caso è limitato al polo posteriore, in particolare all’area dello stafiloma.

I sintomi in caso di distacco di retina sono aumento delle miodesopsie (corpi mobili), fotopsie (lampi di luce), successivamente compare la riduzione del campo visivo, quando il distacco si avvicina alla porzione centrale della retina. La riduzione del campo visivo peggiore progressivamente, con l’avanzare del distacco di retina, fino a portare alla cecità completa.

Importanti per la diagnosi di distacco di retina sono l’esame del fondo oculare, l’ecografia oculare, l’OCT.

Il distacco di retina, poiché può portare rapidamente a cecità, richiede una terapia chirurgica urgente.

Le tecniche chirurgiche principali sono la vitrecromia e la chirurgia episclerale o un intervento combinato di vitrectomia e chirurgia episclerale.

Miopia e alterazioni della coroide

Le alterazioni della coroide sono dovute allo stiramento delle strutture a causa dell’eccessivo allungamento dell’occhio, sono localizzate soprattutto al polo posteriore, comprendono:

  • il fondo tessellato (tigroide)
  • le rottura della membrana di Bruch
  • le erosione
  • l’atrofia corioretinica diffusa
  • i focolai corioretinici atrofici
  • la cavitazione intracoroideale

FONDO TESSELLATO (FONDO TIGROIDE)

Le prime alterazioni degenerative che compaiono al polo posteriore sono un assottigliamento dell’epitelio pigmentato retinico e della coriocapillare che comporta una maggiore visibilità dei grossi vasi coroideali. Queste alterazioni sono conseguenza dello stiramento di queste strutture.

fondo tessellato
Fondo tessellato

ROTTURE DELLA MEMBRANA DI BRUCH

Le rotture della membrana di Bruch si presentano come sottili strie bianco-giallastre, irregolari, che spesso di intersecano fra di loro.

Rotture Bruch
Rotture della membrana di Bruch

La diagnosi si basa principalmente sull’esame del fondo oculare. Sono ben evidenziabili all’angiografia con verde di indocianina (ICG), sono poco evidenziabili alla fluorangiografia e all’OCT.

Le complicanze possono essere:

  • emorragie coroideali semplici, cioè senza neovascolarizzazione
  • neovascolarizzazioni sottoretiniche, che possono dare emorragie coroideali

EROSIONI PUNTATE (SPOTTY)

Le erosioni  puntate sono delle piccole aree di atrofia della coriocapillare, corrispondenti a uno o più lobuli coroideali, che possono presentare delle pigmentazioni.

erosioni puntate della miopia
Erosioni puntate

ATROFIA CORIORETINICA DIFFUSA

Si presenta come un’area giallastra estesa, all’interno dello stafiloma, che lascia intravedere i vasi coroideali sottostanti.

Atrofia corioretinica diffusa miopia
Atrofia corioretinica diffusa

FOCOLAI CORIORETINICI ATROFICI

I focolai corioretinici atrofici si presentano, all’interno dello stafiloma, come aree bianco-giallastre ben delimitate, possono essere presenti accumuli di pigmento. Sono aree di atrofia dell’epitelio pigmentato retinico e di gran parte della coroide, che lasciano intravedere all’interno solo i grassi vasi coroideali.

Focolai corioretinici atrofici miopia
Focolai corioretinici atrofici

 

CAVITAZIONE INTRACOROIDEALE

La cavitazione intracoroideale è un’alterazione retino-coroideale parapapillare di colore giallastro, generalmente localizzata inferiormente al nervo ottico, in cui sono presenti alterazioni dell’epitelio pigmentato retinico, un sollevamento retinico sieroso e una deformazione arcuata della sclera.

cavitazione intracoroideale
Cavitazione intracoroideale

DOME-SHAPED MACULA (DSM)

La dome-shaped macula è caratterizzata da una convessità anteriore del profilo maculare, evidenziabile con l’OCT. E’ più frequente negli occhi miopi, ma può essere presente anche negli occhi emmetropi o ipermetropi. La patogenesi non è conosciuta. Possono essere presenti alterazioni dell’epitelio pigmentato retinico maculare e accumulo di liquido sottoretinico (condizione simile alla corioretinopatia sierosa centrale).

DSMa
Dome-shaped macula (DSM)

Le possibili complicanze comprendono i neovasi coroideali, il distacco dell’epitelio pigmentato retinico e raramente la schisi maculare.  Le alterazioni dell’epitelio pigmentato retinico, l’accumulo di liquido sottoretinico e le complicanze provocano un abbassamento della vista. Non esiste un trattamento efficace.

NEOVASCOLARIZZAZIONE COROIDEALE

I neovasi coroideali (CNV) sono la principale causa di riduzione visiva negli occhi con miopia elevata. La maggior parte delle neovascolarizzazioni coroideali sono subfoveali, hanno un diametro <1 mm. Possono insorgere in corrispondenza di una rottura laccata (rottura della membrana di Bruch) e in aree di atrofia corioretinica.

La diagnosi viene fatta principalemente con l’OCT

Il trattamento si basa sulle iniezioni intravitreale di farmaci Anti-VEGF. I farmaci anti-VEGF riducono la neovascolarizzazione, come effetto secondario facilitano l’atrofia corio-retinica.

Miopia e alterazioni sclerali

La sclera è la tunica fibrosa che forma la parete dell’occhio per i 3/4 posteriori, ha funzione strutturale e protettiva. Nella miopia si hanno delle modificazioni biochimiche e biomeccaniche della sclera in seguito ai quali la sclera si assottiglia, si indebolisce, si allunga e si sfianca posteriormente per l’incapacità di resistere alle forze che esercita la pressione intraoculare. Il processo di perdita di tessuto sclerale è avviato da segnali retino-sclerali. Le alterazioni coroideali, retiniche e del nervo ottico sono conseguenti all’indebolimento e all’allungamento della sclera.

Le alterazioni sclerali comprendono lo stafiloma miopico, il crescente miopico, il tilted disc.

STAFILOMA MIOPICO

Lo stafiloma miopico è uno sfiancamento della parete posteriore della sclera che si presenta come un’ectasia, che può raggiungere una profondità fino a 6-8 mm. Si forma in seguito alla diminuzione del collagene che si ha nella sclera dell’occhio miope, in particolare nella parte posteriore della sclera.

stafiloma
Stafiloma miopico

CRESCENTE MIOPICO

Il crescente miopico è un’area biancastra, a margini netti, localizzata in genere al bordo temporale della papilla ottica, caratterizzata dall’assenza di retina e coroide

crescente miopico
Crescente miopico localizzato temporalmente alla papilla ottica

TILTED DISC (PAPILLA TILTATA)

La distorsione della sclera porta ad un’inserzione obliqua del nervo ottico attraverso la sclera. Queste alterazioni possono causare uno stress sugli assone del nervo ottico e portare a difetti del campo visivo.

tilted disc
Tilted disc (papilla tiltata)

Miopia e strabismo

La miopia è associata con diverse forme di strabismo

ESOTROPIA DA PUNTO REMOTO PROSSIMO

E’ uno strabismo convergente. Si manifesta nei bambini con miopia moderata non corretta o ipocorretta a causa del fatto che devono avvicinare tanto ciò che vogliono vedere, questo determina una eccessiva convergenza che porta all’esotropia. Se si interviene subito può risolversi con la sola prescrizione della correzione ottica totale, altrimenti la soluzione è chirurgica.

ESOTROPIA CONCOMITANTE ACUTA

E’ uno strabismo convergente. Si manifesta nei giovani con miopia moderata ipercorretta. Si manifesta prima da lontano con diplopia e poi da vicino, è dovuta al fatto che l’ipercorrezione determina un aumento dell’accomodazione e quindi della convergenza. La terapia è chirurgica.

ESOTROPIA DA MIOPATIA MIOPICA

E’ uno strabismo convergente con ipotropia (deviazione dell’occhio verso il naso e in basso) che si ha nelle miopie elevate, che progressivamente peggiora fino alla paralisi completa (strabismus fixus). In seguito all’allungamento del bulbo oculare si ha un prolasso del bulbo attraverso il quadrante supero-temporale del cono muscolare (formato dai muscoli estrinseci dell’occhio e dalle guani perimuscolari) tra il retto laterale e il retto superiore a causa di una debolezza del cono muscolare in questa  zona. L’ectasia sclerale determina un progressivo scivolamento in basso del muscolo retto laterale e uno stiramento del muscolo piccolo obliquo con conseguente ipofunzione progressiva di questi muscoli. Il trattamento è chirurgico.

La diagnosi viene confermata con la risonanza magnetica che permette di valutare il prolasso del bulbo e il dislocamento dei muscoli extraoculari.

STRABISMO SECONDARIO A CHIRURGIA PER DISTACCO DI RETINA

Può essere una complicanza degli interventi per distacco di retina, in particolare degli interventi di cerchiaggio.

Miopia ed esoftalmo

L’aumento delle dimensioni dell’occhio provoca una spinta sulle pareti dell’orbita che porta ad una protrusione dell’occhio. La protrusione può causare:

  • cheratite da esposizione, conseguente al ridotto e incompleto ammiccamento
  • esoftalmo
  • alterazioni della motilità

Il trattamento è chirurgico e consiste nella decompressione ossea, un intervento molto delicato che consiste nell’asportare parte delle pareti ossee dell’orbita.

Miopia congenita

La miopia congenita è “una miopia media o elevata (maggiore o uguale a -5D) in bambini appena nati fino a 6 anni di età e con una storia di atteggiamenti mioico assunti fin dai primi periodi di vita”. E’ rara, frequentemente si associano alterazioni del fondo oculare, astigmatismo medio-elevato, talvolta si associa a nistagmo, strabismo concomitante o  anisometropia. Caratteristicamente la miopia si mantiene stazionaria negli anni, con la crescita. In caso di anisometropia si usano le lenti a contatto per poter correggere tutto il difetto di vista ed evitare l’ambliopia.

Miopia della prematurità

I difetti refrattivi, in particolare la miopia, sono comuni nei bambini nati pretermine. Possiamo avere tre forme di miopia nei nati pretermine:

  • miopia fisiologica e transitoria, è una miopia che regredisce, probabilmente è la condizione refrattiva normale dei neonati prima del termine della gravidanza.
  • miopia della prematurità (MOP), può aumentare fino ai 2 anni, si caratterizza per un arresto dello sviluppo del segmento anteriore dell’occhio.
  • miopia indotta da ROP severa, si associa ad un arresto dello sviluppo del segmento anteriore con ridotta profondità della camera anteriore, microcornea che si presenta pure maggiormente curva, maggiore potere refrattivo del cristallino.

Miopia evolutiva

La miopia evolutiva è la miopia che insorge nell’età scolare.

Miopia da curvatura

La miopia da curvatura è dovuta ad un aumento della curvatura della cornea e del cristallino, la lunghezza assiale dell’occhio è normale. La forma più frequente è la miopia che si ha nel cheratocono.

Miopia d’indice

La miopia d’indice è dovuta ad un aumento dell’indice di refrazione della cornea e del cristallino, la lunghezza assiale dell’occhio è normale. Le forma più frequenti sono le forme associate a cheratiti o a cataratta.

Miopia traumatica

La miopia traumatica insorge in seguito a traumi bulbari ed in genere regredisce. è una conseguenza dell’edema che si ha a livello dei corpi ciliari che determina un aumento della curvatura del cristallino ed un spostamento in avanti di iride e cristallino.